GIO ANSALDO & C – SOC.ANONIMA ITALIANA

N. 5 azioni - Roma 1904
Formato 26 x 33 cm
Stampa Officine Carte Valori A.Staderini – Roma

  – Magnifica ed opulenta cornice con riferimenti classici con ai lati
 in piccoli riquadri due piroscafi.  In calce veduta di cantiere navale –

Descrizione

L’azienda nacque nel 1853 per interessamento del conte di Cavour, fermamente intenzionato a dar vita ad una industria piemontese per la produzione di locomotive a vapore e materiale ferroviario, in modo da ridurre le costose importazioni dei macchinari dall’Inghilterra. L’operazione fu fatta rilevando la Taylor & Prandi, fondata nel 1846 per la costruzione di piroscafi in ferro che, a causa di sopravvenute difficoltà finanziarie, aveva chiesto l’intervento dello Stato.

Nel 1852, il ministro Cavour riuscì a coalizzare una solida compagine imprenditoriale, composta dal Governatore della Banca Nazionale Carlo Bombrini, dall’armatore Raffaele Rubattino e dal finanziere Giacomo Filippo Penco, alla quale impose, promettendo commesse statali, la direzione del giovane e brillante Ing.meccanico Giovanni Ansaldo, scelto tra i docenti dell’ateneo torinese.

La Sampierdarena, prima locomotiva a vapore costruita nel regno di Sardegna, uscì dalle officine dell’Ansaldo nel 1854. Sotto la direzione di Luigi Orlando (1814 – 1896) l’industria volse la propria attività verso la produzione bellica di cannoni per poi passare alla produzione di motori a scoppio. Tornata nelle mani di Carlo Bombrini, l’azienda iniziò ad operare nella produzione navale, un settore divenuto strategico. Furono aperti nuovi cantieri e nuovi stabilimenti a Sampierdarena, acciaierie, fonderie ed officine elettriche che partivano dalla sede originaria per giungere fino a Campi, Cornigliano e Sestri Ponente. In breve Ansaldo divenne un’industria con oltre 10.000 dipendenti in ben sette stabilimenti.

Nel 1904 Ferdinando Maria Perrone diventa proprietario dell’Ansaldo e, con i figli Mario e Pio, lega il nome Perrone alla storia della società. Durante il primo ventennio del XX secolo Ferdinando Maria lavora per realizzare una completa autonomia produttiva per l’Ansaldo sia nel campo siderurgico, sia in quello degli armamenti, meccanico e marittimo, grazie ad una forte integrazione verticale e grazie alla congiuntura bellica. Gli stabilimenti salirono a dieci, con 17.000 dipendenti. Nel 1914 il capitale sociale è di 30 milioni di lire, nel 1918 arriva a 500 milioni di lire, grazie ai ricavi ottenuti dalla produzione del 46% di tutta l’artiglieria costruita in Italia durante la guerra,3.000 aerei, 1.574 motori aeronautici, 96 navi da guerra, 200.000 t di naviglio mercantile e 10 milioni di munizioni.

Nel 1918 l’Ansaldo arriva a impiegare 80.000 addetti, in decine di stabilimenti e società controllate tra le quali: A. Cerpelli & C., Banca Industriale Italiana, Cantieri Officine Savoia, Dinamite Nobel, Gio.Fossati & C., Lloyd Italico, Nazionale di Navigazione, Fabbrica Aeroplani Ing. O. Pomilio, Società Idroelettrica Negri, S.P.A., Transatlantica Italiana, Ansaldo (automobili). Nel 1921, con le dimissioni dall’Ansaldo, i Perrone cessano ogni impegno in campo industriale continuando, soprattutto, nell’attività editoriale.

Nel 1922, in seguito alla crisi post-bellica, la società fu posta in liquidazione e sorse la Società Anonima Ansaldo.